venerdì 16 maggio 2008

Divagazione cestistica - GRAZIE POZ


Teoricamente ho anche un altro blog per scrivere i miei pensieri sparsi sullo sport e sulla vita, uso però questo per comodità.




Sarò breve, perchè in questi casi non è il caso di perdersi in troppe parole. Dico solo che, da stasera, tutti coloro i quali amano come me il basket e sono cresciuti a pane e palla a spicchi negli anni Novanta, si sentono immensamente più poveri: Avellino - Capo d'Orlando, con la sconfitta di questi ultimi in gara 3 dei quarti playoff, è stata infatti l'ultima gara ufficiale disputata da Gianmarco Pozzecco.




Nessuno come lui ha fatto diventare il basket uno sport popolare, nessun italiano come lui ha saputo farci emozionare. Per la sua pazzia, ma soprattutto per l'immensa classe e intelligenza cestistica contenuta in uno scricciolo di 180 cm o giù di lì: un talento da extraterrestre in un fisico da medioman, insomma. Anche per questo, tutta Italia lo ha amato. Non a caso, quest'anno, è stato applaudito in ogni palasport nel quali si è recato, senza distinzione di fede o colore. Un po' come Baggio, l'unica altra figura sportiva italiana amata universalmente in tutto lo Stivale.




Non ero ad Avellino, ma anch'io mi alzo idealmente in piedi ad applaudirti caro Poz: senza di te, il basket non sarà più lo stesso. Quando avrò un po' di nostalgia, rivedrò questo video (clicca qui per il link) e mi ricorderò di quando tu, insieme ad altri undici eroi, portasti la piccola Italia del basket quasi sulla vetta del Mondo. Grazie Poz, per questa e tutte le altre infinite magie che ci hai regalato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non nascondo di essere un ignorante totale in materia Basket... ma sono andato a vedere il filmato che hai linkato.. mi è venuta la pelle d'oca!!

Squadri

Luca Bertelli ha detto...

Comunque siamo una squadra di vecchi dentro, nessuno che commenta...tutti timidi...tra un po' chiudo anche il blog oltre al B.B.Magazine. Ringrazio Squadri per gli interventi, anche perchè evidentemente non ha un cazzo da fare esattamente come me. E non a caso eravamo compagni di banco...saluti